I divoratori by Stefano Sgambati

I divoratori by Stefano Sgambati

autore:Stefano Sgambati
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2020-03-05T12:00:00+00:00


15

La discrepanza

Cercare risposte, nel caso, aspettare segnali.

Darsi una scusa qualunque per non alzarsi da lì.

Che il disco giallo del sole si posizionasse al centro della piccola finestra del bagno a forma di oblò, per esempio.

Decifrare forme negli strati cuneiformi di nuvole.

Dare un senso ai tetti rosso mattone all’orizzonte, leggere il futuro dal fumo dei piccoli comignoli.

Seduta sulla tavoletta abbassata del water, nuda nell’accappatoio, Elena fumava intorpidendosi la lingua, lavandola dal sapore di Saverio. Piccoli dolori si facevano sentire ogni tanto, sensazioni strane provenienti dal suo corpo.

Hotel in centro scelto e prenotato da lui, suite boriosa, elementi di lusso di cui non aveva precisi ricordi, una mappatura del mobilio e dell’arredo solo parziale che fondava le radici nelle esigenze del kamasutra: a seconda dell’impeto dell’amplesso l’intera stanza era anche sparita per lunghi minuti, salvo ricomparire a strappi, durante i cambi di posizione o in occasione di un minuscolo brano di conversazione postliminare che era morto nella culla perché Saverio si era addormentato di schianto e ancora dormiva. Forse il declino era cominciato da lì: Elena non aveva mai sopportato appieno le persone capaci di passare dalla veglia al sonno nel giro di pochissimi secondi. Quelli coi bioritmi perfetti le davano l’ansia: come facevano a essere così poco consapevoli? Doveva essere una prerogativa degli uomini, almeno di quelli che aveva avuto lei: addormentarsi per primi e farsi guardare dormire. Le era capitato di decidere più spesso in quei frangenti – di notte, da sola, da sveglia – di troncare una relazione col dormiente che durante le fasi diurne, litigando o nelle solite bolle di scoraggiamento in cui puntualmente si ritrovava senza motivo dopo poche settimane di relazione; saperli indifesi, privati di ogni rete sociale di salvataggio le risultava inaccettabile. I rumori organici, gastrici, nasali, gutturali: persone che poco prima aveva accolto dentro di sé improvvisamente le sembravano estranei, non a se stessa, ma alla razza umana.

Ecco arrivare il solito senso di orrore generico.

Ma dentro a quel bagno, per fortuna, Saverio non esisteva. C’erano altre cose, c’era il sole che camminava verso il centro dell’oblò, c’erano le nuvole, c’erano solo elementi rassicuranti su cui nessuno, men che meno lei stessa, poteva avere controllo.

Aveva toccato il cellulare per guardare l’ora.

Quasi le otto del mattino.

Quel weekend a Milano era stato programmato a distanza e a fatica: si erano mandati link a siti di viaggio dai rispettivi uffici, con Saverio che rilanciava con opzioni sempre più lussuose a cui Elena replicava con occhiolini e battute, ciascuno impegnato nella propria missione quotidiana, incapaci forse di osare tanta complicità de visu. Ogni tanto lei si era ritrovata a pensare che stavano rasentando il ridicolo: uscivano insieme (non avrebbe saputo in che altri termini definire il loro rapporto) da circa tre mesi – si conoscevano, seppure solo di vista, da almeno due anni – ma il rapporto restava saltuario, procedeva sui binari di una discontinuità talmente studiata che l’artificio galleggiava sopra le loro teste ogni volta che si incontravano.

Poi in qualche modo lei si era fatta trascinare da Saverio.

Come tre mesi prima, dopo il funerale in cui si erano rivisti, lei si era fatta trascinare.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.